Storia
Il Museo degli Strumenti di Fisica nasce nel 2017 dal Museo degli Strumenti per il Calcolo dell’Università di Pisa, a sua volta nato nel 1993, con la costituzione di una commissione ministeriale e un primo finanziamento.
La proposta del Museo degli Strumenti per il Calcolo voleva proseguire l’esperienza del Centro per la Conservazione e lo Studio degli Strumenti Scientifici (CCSSS) istituito dal Dipartimento di Fisica nel 1989, fondato allo scopo di identificare, classificare, restaurare e conservare gli strumenti scientifici o qualsiasi altra cosa che abbia un valore storico di competenza del Dipartimento. Fu nominato il prof. Roberto Vergara Caffarelli del Dipartimento di Fisica come responsabile del Centro. Inizialmente al Centro vennero assegnate come sede alcune stanze del Dipartimento di Fisica in piazza Torricelli e due locali del palazzo della Sapienza, dove già erano conservati gli strumenti astronomici dell’Antica Specola Pisana. L’attività del Centro era iniziata nel 1989 con una mostra sugli Strumenti Scientifici dell’Università di Pisa del XVIII e XIX allestita presso il Museo Nazionale di San Matteo.
L’obiettivo del nuovo museo era quello di documentare l’evoluzione della storia del calcolo attraverso i suoi stessi strumenti. Nel 1994 con il professor Roberto Vergara Caffarelli, il dottor Claudio Luperini e Carlo Guidi (Tecnico del Dipartimento di Fisica), assegnato al Centro, nacque un gruppo di lavoro per portare avanti tutte le attività del Centro; nello stesso periodo il complesso di edifici costituenti i Vecchi Macelli Pubblici di Pisa, di proprietà del Comune di Pisa, vennero concessi all’Università di Pisa per ospitare il Museo. Nel 1995 iniziarono i lavori di restauro nell’area dei Vecchi Macelli. Le attività del centro proseguirono sia nel campo degli strumenti scientifici, in cui Carlo Guidi iniziò l’opera di restauro dei vari pezzi della collezione, sia nel campo dell’informatica in cui si cominciò la raccolta di computer (grandi e piccoli) da tutta Italia. Tutto questo fu istituzionalmente rappresentato dal Centro di cui il dottor Claudio Luperini del Dipartimento di Fisica, nel 2000, fu nominato Conservatore. Il museo fu inaugurato nel 2000 e prese il nome di Museo degli Strumenti per il Calcolo.
I dettagli della storia successiva sono complessi. In breve, istituito il Museo, nel 2001 il Dipartimento di Fisica con una delibera del Consiglio di Dipartimento (n. 23 del 3 aprile) affidò in comodato alla Fondazione Galileo Galilei (riattivata allo scopo nel 1998) tutte le collezioni museali del Centro, tutti i mobili, le attrezzature, l’hardware e il software in uso presso il Centro. Purtroppo, i finanziamenti del Ministero sono via via diminuiti, così come gli spazi connessi dal Comune. Il Museo è stato per molti anni visitabile solo su richiesta o aperto in rare occasioni. Nonostante le difficoltà, grazie in particolare all’impegno del Professor Roberto Vergara Caffarelli, nel corso dei primi anni, fra recuperi, donazioni e acquisizioni, il Museo è riuscito a mettere insieme una collezione di grande rilevanza anche a livello internazionale.
Nel 2011, con finanziamenti ottenuti dal Dipartimento di Informatica, sono stati finalizzati in nuovi allestimenti i risultati di una ricerca storica originale. Da allora il Museo è aperto regolarmente e propone un’offerta consistente di attività e laboratori didattici. La posizione si è ulteriormente consolidata con l’istituzione del Sistema Museale di Ateneo, con il quale il Museo trova oggi una collocazione di primo piano all’interno dell’organizzazione dell’Università di Pisa.
Con decreto rettorale n. 21673 del 27 aprile 2017, la parte del Museo degli Strumenti per il Calcolo dedicata agli strumenti scientifici di fisica e astronomia si stacca dalla parte dedicata alle macchine per il calcolo e ai computer che rimane nel Museo degli Strumenti per il Calcolo e va a costituire il nuovo Museo degli Strumenti di Fisica.
La valorizzazione e l’incremento del patrimonio del Museo degli Strumenti per il Calcolo e del Museo degli Strumenti di Fisica avviene oggi anche grazie alla Fondazione Galileo Galilei nell’ambito della sua missione di divulgazione della cultura scientifica.